Gianluca Vialli è morto a 58 anni
E’ morto all’età di 58 anni Gianluca Vialli. Nel 2017 gli era stato diagnosticato un tumore al pancreas. Uno dei più forti attaccanti degli anni 80’ e 90’, con Cremonese, Sampdoria, Juventus e Chelsea (squadra che ha anche allenato, oltre al Watford). In Nazionale ha disputato 2 mondiali, era capo delegazione nel trionfo all’Europeo 2021 insieme all’amico fraterno Mancini. Ha fatto parte della famiglia di Sky Sport come talent e conduttore televisivo. I funerali si svolgeranno lunedì a Londra in forma privata
La lettera della Sampdoria per Vialli/2
La lettera della Sampdoria per Vialli/1
Franco Baresi: "Un gigante in campo e fuori"
Insigne: "Così vero, così importante, grazie Luca"
Figc: "La foto sul prato di Wembley con Mancini immagine che ci porteremo nel cuore sempre"
Il Genoa: "Avversario leale, campione da ammirare"
Il Chelsea: "Una leggenda per noi e per tutto il calcio"
Addio Gianluca, il calcio piange la morte di Vialli
Lega Serie A: Da Gianluca indimenticabile lezione di vita"
Un minuto di silenzio su tutti i campi
Ciao Gianluca, gentleman di Sky Sport
15 anni con Sky Sport. Preparatissimo e puntiglioso, allo stesso tempo divertente - ed elegantissimo - davanti a una telecamera. Entrato nella squadra di Sky Sport nel 2003, Vialli ha raccontato i principali eventi, tra cui i Mondiali e la Champions. Ha fatto coppia con Paolo Rossi in “Attenti a quei due”, ha condotto “Codice Rosso” e ricoperto il ruolo di talent per molte campagne Sky, fino al 2018. Ma era soprattutto, per tantissimi, un amico.
La Nazionale: "Non ti dimenticheremo mai"
La storia e la carriera di Gianluca Vialli
La Juventus: "Ciao Gianluca"
La Sampdoria: "Ciao Luca"
La Figc: "Quello che ha fatto non sarà mai dimenticato"
Una persona migliore
Sempre a proposito della sua malattia, nel 2018 Vialli aveva raccontato: “Credo che questa esperienza mi abbia reso una persona migliore, ti aiuta a vedere le cose da un’altra prospettiva, dai più valore alle cose, alla famiglia. L’ho affrontata come quando ero calciatore, dandomi degli obiettivi a lunga scadenza. Uno di questi era di non morire prima dei miei genitori e di portare le mie figlie all’altare quando un giorno si sposeranno”.
La malattia
A Vialli nel 2017 era stato diagnosticato un tumore al pancreas. Così si era espresso a proposito della malattia: “Non sto facendo una battaglia contro il cancro perché non credo sarei in grado di vincerla, è un avversario molto più forte di me. Il cancro è un compagno di viaggio indesiderato, però non posso farci niente. È salito sul treno con me e io devo andare avanti, viaggiare a testa bassa, senza mollare mai, sperando che un giorno questo ospite indesiderato si stanchi e mi lasci vivere serenamente ancora per tanti anni perché ci sono ancora molte cose che voglio fare”.
L'ultimo messaggio
Vialli aveva annunciato la sospensione dei suoi impegni come capo delegazione degli azzurri: “Al termine di una lunga e difficoltosa ‘trattativa’ con il mio meraviglioso team di oncologi ho deciso di sospendere, spero in modo temporaneo, i miei impegni professionali presenti e futuri. L’obiettivo è quello di utilizzare tutte le energie psico-fisiche per aiutare il mio corpo a superare questa fase della malattia, in modo da essere in grado al più presto di affrontare nuove avventure e condividerle con tutti voi. Un abbraccio”.
Il ritorno in Nazionale
Dal 2019, Vialli era capo delegazione della nazionale italiana guidata dall’amico Roberto Mancini. Ha partecipato alla vittoriosa edizione dell’Europeo conclusosi con la vittoria a Wembley, proprio lo stadio dove la Samp di Vialli e Mancini aveva perso la finale di Coppa dei Campioni nel 1992.