L'appello di Paulo Fonseca: "Non vendete ai club russi"

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L'ex allenatore della Roma, per tre anni alla guida dello Shakhtar in Ucraina, lancia un appello su Twitter: "Ho sentito che Benfica e Braga stanno pensando di vendere giocatori a club russi. Mi rifiuto di crederlo". A maggio 2022 Fonseca aveva raccontato del suo viaggio di 30 ore per scappare dall'Ucraina

"In quest'ultima settimana ho letto che il Benfica e il mio Braga - che Fonseca ha allenato per una stagione tra il 2015 e il 2016 - stanno pensando di vendere Chiquinho e Tormena a club russi. Il Benfica, che in modo esemplare ha sviluppato campagne per aiutare l'Ucraina dall'inizio della guerra. E il mio Braga, gestito da persone sensibili con un cuore immenso. Non ci voglio credere. Mi rifiuto di farlo". Con queste parole Paulo Fonseca, l'ex allenatore della Roma, oggi al Lille e per tre anni alla guida dello Shakhtar in Ucraina, ha lanciato un messaggio per tutto il mondo del pallone. "Due settimane fa un club russo ha cercato di acquistare Rogério, terzino sinistro del Sassoulo (oggi al Wolfsburg, ndr). Il club italiano ha rifiutato di avviare trattative e ha dichiarato che, per motivi etici legati alla guerra, non lo avrebbe mai fatto. Ero orgoglioso di pensare che "il mio mondo" (quello del calcio, ndr) continua ad essere un esempio".

L'appello

"Lancio un appello - prosegue Fonseca nel suo lungo messaggio postato su Twitter - affinché il Benfica e il mio Braga seguano l'esempio del club italiano. So che il tempo passa e che le persone, nelle loro case, tendono a non sentire più molte notizie relative alla guerra in Ucraina. Ma ogni giorno la Russia continua a uccidere persone, soprattutto bambini innocenti, magari alcuni di loro a casa mentre guardano una partita di calcio. Una cosa la so, se il Benfica e il mio Braga chiuderanno accordi con i club russi, quei soldi gronderanno del sangue dei bambini che muoiono ogni giorno in Ucraina. E molti di questi ragazzi adoravano il calcio".

Il viaggio di 30 ore per lasciare l'Ucraina a marzo 2022

Lo aveva raccontato lo stesso Fonseca, in una conferenza stampa all'aeroporto di Lisbona con accanto la moglie ucraina Katerina Ostroushko: "In questi giorni mi sono dimenticato del calcio. Avevamo costantemente la sensazione di pericolo. Erano le 4 del mattino e abbiamo sentito le bombe cadere a Kiev. E' stato il momento più difficile. Siamo stati presi dal panico. Ho un grande legame con l'Ucraina". 

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