Shevchenko entra nella Hall of Fame: "Un privilegio. Grazie Milan per aver creduto in me"

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L'ex attaccante è stato premiato nella categoria 'calciatore straniero' alla 12^ edizione della Hall of Fame del calcio italiano. E proprio all'Italia Shevchenko ha voluto scrivere una lettera: "Il nostro primo incontro è stato in televisione e mi sono innamorato subito di te - si legge -. Il mio primo viaggio all'estero è stato in Italia: ho pensato che sarei dovuto ritornare ed è successo. Caro Milan, grazie per aver creduto in me. Mi hai fatto subito sentire uno di famiglia"

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L’Auditorium del Centro Tecnico Federale di Coverciano ha fatto da cornice alla XII edizione della Hall of Fame del calcio italiano. Il premiato nella categoria 'giocatori stranieri', secondo i voti espressi dalla giuria di giornalisti sportivi coordinati da Matteo Marani, presidente della Fondazione Museo del Calcio, è stato Andriy Shevchenko, 8 stagioni al Milan tra il 1999 e il 2006 e poi ancora nel 2008/2009 e la vittoria di due Champions e un Pallone d'Oro nel 2004. L'attaccante ucraino ha voluto scrivere una lettera all'Italia e al calcio italiano come ringraziamento per questo riconoscimento:

 

"Caro calcio italiano, questa è la lettera di un bambino ucraino che sognava di arrivare fino a te.
 

Il nostro primo incontro è stato in televisione e mi sono innamorato subito di te. Vedevo Maldini, Baresi, Maradona, Platini, Van Basten, Baggio, Vialli e rimanevo fermo, come si rimane fermi davanti alle più grandi opere d’arte. Vedevo la passione della gente, quasi una religione. Vedevo stadi pieni, anche di storia.
 

Il mio primo viaggio all’estero, da bambino, è stato in Italia, prima a Roma e poi ad Agropoli per giocare un torneo. Mi ha colpito subito tutto della gente, soprattutto la generosità. Mi sono sentito bene e ho pensato: “Qui devo ritornare a tutti i costi”.
 

E’ successo.
 

Caro Milan, grazie per aver creduto in me. Mi hai fatto subito sentire uno di famiglia, fin dal primo giorno. Abbiamo vinto tanto insieme e ho conosciuto persone straordinarie, in particolare la famiglia Berlusconi, Adriano Galliani, Ariedo Braida, la famiglia Maldini. Milanisti si è dal primo giorno e per sempre.
 

Entrare nella Hall of Fame del calcio italiano è un enorme privilegio, e per questo ringrazio tutti i miei compagni di squadra del Milan e tutti i dirigenti. E i tifosi. Coverciano, dove sono oggi, non è solo la casa dell’Italia, ma è anche un’istituzione conosciuta ovunque. Da qui sono usciti tutti i più grandi allenatori e vorrei dire una cosa a voi, ragazzi della Nazionale italiana: il calcio italiano è amatissimo in tutto il mondo. Difendetelo e onoratelo.
 

Infine, vorrei dire grazie a tutta l’Italia per essere vicina all’Ucraina nel momento più difficile della nostra storia. Quello che per altri è normalità, per noi è speranza. La speranza di esserci ancora, ogni giorno e per sempre.
 

Italia, ti voglio bene".

Hall of Fame, gli altri premiati

Nella leggenda del calcio italiano non è entrato solo Shevchenko. Tra gli allenatori è entrato nella Hall of Fame l'attuale Ct Luciano Spalletti, come giocatore è toccato a Daniele De Rossi, campione del mondo 2006, mentre per il calcio femminile il riconoscimento è andato a Valentina Giacinti. Nella categoria 'Veterano' è stato premiato Roberto Boninsegna, vice campione mondiale nel 1970, e come dirigente Ariedo Braida. Ci sono anche stati tre premi alla memoria, riservati a Agostino Di Bartolomei, Vincenzo D’Amico e Manlio Scopigno. Consegnato, infine, il premio fair play ‘Davide Astori’ al medico psichiatra Santo Rullo, per il progetto ‘Crazy for Football’, la nazionale per persone con problemi di salute mentale.

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