Lassana Diarra-Fifa, chiesti 65 milioni di risarcimento. Le news
il casoL'ex centrocampista, 11 anni fa, lasciò la Lokomotiv Mosca dopo solo un anno di un contratto quadriennale. La Fifa interpretò quella scelta come una rottura “senza giusta causa” e condannò il francese a un risarcimento da 10 milioni di euro, oltre a una sospensione sportiva. Lo scorso ottobre la Corte di Giustizia Europea stabilì che alcune norme del regolamento Fifa sono contrarie alle leggi dell’Unione Europea Ora Diarra ha chiesto 65 milioni di risarcimento danni alla FIFA
Lassana Diarra ha chiesto un risarcimento di 65 milioni di euro lordi, 35 netti, alla Fifa, a quasi un anno dalla sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea (CGUE), che riconosceva come le norme della confederazione mondiale del calcio fossero "contrarie alle norme Ue" ostacolando la libera circolazione. L'ex nazionale della Francia nel 2014 aveva rescisso il contratto con la Lokomotiv Mosca per andare allo Charleroi, ma aveva dovuto pagare 10.5 milioni al club russo che gli aveva fatto causa per mancanza di 'giusta causa' nella rescissione. Ora, col supporto della Fifpro, il sindacato mondiale dei calciatori, Diarra si è rivolto ai tribunali belgi, dopo che le trattative con la Fifa per un accordo si sono rivelate "infruttuose".
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"Sono costretto a combattere questa battaglia legale dall'agosto 2014, più di 11 anni", ha dichiarato Diarra, che nella vicenda é sostenuto dall'avvocato Dupont, lo stesso della sentenza Bosman. "Lo faccio per me stesso -ha aggiunto l'ex centrocampista-. E se sono riuscito a resistere al rullo compressore della Fifa, è perché ho avuto una buona carriera. Ma l'ho fatto anche per tutti i giocatori emergenti, meno noti, che non hanno i mezzi finanziari e psicologici per sfidare la Fifa davanti a veri giudici". Diarra sottolinea che la Fifa e la Federcalcio belga "avrebbero dovuto avere la decenza di contattarmi per proporre una risoluzione amichevole della controversia, ma così non è stato", rivelando "una persistente cultura di disprezzo per lo stato di diritto e per i giocatori", nonostante la sentenza Ue.