Pallone d'Oro, l'albo e i vincitori: guidano Messi e Cristiano Ronaldo

Calcio

Sessantadue edizioni, 42 vincitori diversi del più prestigioso trofeo individuale del calcio. Chi comanda? Ovviamente Ronaldo e Messi, ma chi fu il primo a vincerlo? La nazione più rappresentata? E il club che ne ha “vinti” di più? Ecco tutta la storia del Pallone d’Oro, più la curiosità dell’albo d’oro “alternativo”, dove il migliore di tutti sarebbe stato…

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Come loro mai nessuno: cinque Palloni d’Oro a testa: Messi e Ronaldo, Ronaldo e Messi. Il migliore? Difficile se non impossibile da dire, visto che nel più prestigioso trofeo individuale si sono inseguiti e raggiunti da soli negli ultimi dieci anni. In testa alla classifica ci sono ovviamente loro due, primi anche per i secondi posti assoluti (sempre 5), e davanti nella graduatoria generale delle vittorie a tre mostri sacri del calcio come Platini, Cruijff e Van Basten, fermi a tre. A due seguono Beckenbauer, Ronaldo, Di Stefano, Keegan e Rummenigge. Con loro altri 32 giocatori, per un totale di 42 calciatori ad aver sollevato al cielo il prestigioso titolo assegnato da France Football. Nella classifica per nazionalità guardano tutti dall’alto Germania, Olanda e Portogallo con 7 Palloni d’Oro vinti dai propri calciatori, mentre per club il Barcellona è avanti sul Real: 11 a 10, con Juve e Milan a 8 al terzo posto. Il più giovane a vincerlo? CR7 a 21 anni e 3 mesi nel 2008, mentre il più anziano fu, a 41 anni e 11 mesi, Stanley Matthews, il primo vincitore di sempre del premio.

Anni Cinquanta: il grande Real

L’idea di un trofeo individuale che premiasse il miglior calciatore europeo della stagione appena trascorsa venne nel 1956 dalla rivista francese France Football, su impulso del giornalista ed ex calciatore Gabriel Hanot. Da quell’anno le edizioni sarebbero proseguite, senza mai fermarsi e senza mai saltare una singola stagione di calcio. Il primo a trionfare? Fu l’inglese Stanley Matthews, al tempo nel Blackpool, che fece da precursore ai tre successivi Palloni d’Oro del decennio firmati dal grande Real Madrid degli anni Cinquanta, vincitore di tutte e cinque le prime edizioni della Coppa Campioni. Ad essere premiati furono due volte Alfredo Di Stefano e una Raymond Kopa.

Anni Sessanta: Sivori e Rivera, i primi italiani

Anche al tempo, e fin dall’inizio, la decisione finale fu lasciata nelle mani di una giuria specializzata formata da giornalisti, che anche nell’edizione del 2018 avranno in mano le sorti dei migliori 30 al mondo. Nella lista contemporanea di italiani non ce ne sono, nonostante la nazione sia rappresentata nella storia del premio da 5 Palloni d’Oro arrivati da 5 giocatori diversi. I primi furono proprio nei Sessanta: Omar Sivori (italo-argentino, in foto) per la Juve nel 1961 e Gianni Rivera per il Milan nel 1969 (l’anno della seconda Coppa dei Campioni rossonera vinta in finale contro l’Ajax). Insieme a loro Luis “Luisito” Suarez (al tempo al Barcellona prima di approdare all’Inter), Josef Masopust, calciatore cecoslovacco del Dukla Praga, Danis Law dello United, Flórián Albert del Ferencvaros, più le leggende del pallone Lev Yashin (unico portiere Pallone d’Oro della storia), Eusebio, Bobby Charlton e George Best.

Anni Settanta: tra Olanda e Germania

Il decennio successivo sarà quello dove il gioco cambierà per sempre: il calcio totale, L’Arancia Meccanica del ’74, Rinus Michels in panchina e Johan Cruijff in campo. Il “Profeta del gol” vincerà in quegli anni ben tre Palloni d’Oro, diventando il primo della storia a vincerlo in tre edizioni diverse (1971 con l’Ajax e 1973 e 1974 col Barcellona). Con lui anche Oleh Blochin della Dinamo, e ben sei calciatori made in Germany: Franz Beckenbauer, bandiera del Bayern, nel ’72 e ’76, preceduto dal compagno di squadra Gerd Müller nel 1970, e insieme anche al danese Allan Simonsen del Mönchengladbach, e alla doppietta di Kevin Keegan in maglia Amburgo di fine decennio.

Anni Ottanta: trionfa il made in Italy

In quel periodo il calcio tedesco è reduce da anni di gloria: in Coppa Campioni il Bayern ha vinto tre titoli di fila, e l’Amburgo ha vinto anche nel 1982. Non è un caso allora che il trend del Pallone d’Oro prosegua ancora con loro: nel 1980 e nel 1981 trionfa infatti Karl-Heinz Rummenigge, altro simbolo bavarese, per un Pallone d’Oro che però ben presto vedrà trionfare nelle successive otto edizioni del decennio ben sette giocatori del campionato di Serie A. Apre le fila al poker bianconero Paolo Rossi nell’anno del trionfo mondiale dell’Italia in Spagna, dunque il tris consecutivo (battuto solo da Messi) di “Le Roi” Michel Platini e l’avvento del Milan degli olandesi: nel 1986 vince l’allora sovietico Ihor Bjelanov, ma da lì in poi toccherà a Ruud Gullit e a Marco Van Basten, due volte, portare a San Siro il Pallone d’Oro.

Anni Novanta: l’apertura al mondo

1990: cambia il decennio, il premio cambia squadra ma la città rimane la stessa, con Lothar Matthäus a diventare il primo nerazzurro di sempre ad essere scelto come migliore calciatore al mondo. Papin al tempo nel Marsiglia, il tris di Van Basten, Roberto Baggio e Stoichkov faranno poi da preludio alla grande apertura verso i calciatori non europei, fino al 1995 unici eleggibili per il Pallone d’Oro. La svolta porta allora subito il nome di George Weah, a cui seguiranno nei successivi tre anni altri due calciatori extra europei: il “Fenomeno” Ronaldo nel 1997 (secondo nerazzurro a vincerlo) e l’extraterrestre del Barça Rivaldo nel 1999. Tra i due lo Zidane campione del mondo con la Francia nel 1998.

Anni Duemila: vince il Mondiale

Il trionfo di Zinedine Zidane apre allora a una sorta di nuova “regola non scritta” del Pallone d’Oro, impossibile negli anni in cui il premio era riservato ai soli europei: nell’anno del Mondiale, comanda il Mondiale. Ronaldo di nuovo, nel 2002 dopo il trionfo in Corea-Giappone, e Fabio Cannavaro nel 2006, ne sono l’esempio perfetto prima dell’avvento del duopolio Messi-Ronaldo, che si apre proprio in questo decennio. Gli anni Duemila sono infatti simbolo del cambiamento: dieci edizioni, dieci vincitori diversi come nei Novanta. Nel 2000 trionfa Figo, dunque Owen nel 2001, Nedved nel 2003, Shevchenko nel 2004, Ronaldinho nel 2005, Kakà nel 2007 dunque CR7 nel 2008, fresco campione d’Europa, a cui seguirà il primo di Messi reduce dal triplete con Pep Guardiola in panchina. Da quel momento in poi nessun altro vincerà al di fuori di loro due.

Anni Duemila e dieci: duopolio

Messi, Messi, Messi, Ronaldo, Ronaldo, Messi, Ronaldo, Ronaldo: basterebbe forse questo elenco per dare la dimensione del dominio dell’argentino e del portoghese in questi anni di calcio. Cannibali, fenomeni, semplicemente spaziali: nell’eterna sfida nella sfida tra Barcellona e Real replicata in quasi dieci anni di Liga. L’argentino, dopo il flop in Champions e al Mondiale, è probabilmente già tagliato fuori dal sesto personale. Ronaldo ha vinto ancora la Champions col Real e sta facendo grandi cose anche nella Juve, ma i francesi di Russia, e l’ex compagno Modric finalista con la Croazia, possono dargli filo da torcere. Chi vincerà? Per scoprirlo c’è sempre meno da aspettare.

L’albo d’oro alternativo

CR7 e Leo guardano tutti dall’alto: il portoghese avrebbe vinto in qualsiasi epoca, l’argentino no, se non dal ’95 in poi quando l’apertura avrebbe esteso il premio a qualsiasi nazionalità. In occasione del 60º anniversario del Pallone d'oro nel 2016, France Football pubblicò, a riguardo, una lista rivisitata dei vincitori nominati prima del 1995. E se il riconoscimento fosse stato esteso da sempre anche ai calciatori non europei? Stando alla versione alternativa dell’albo d’oro in cima a tutti ci sarebbe sua altezza Pelé, campione “virtuale” dal 1958 al 1961 e dal 1963 al 1970: per un totale di ben sette Palloni d’Oro. Con lui anche Garrincha nel ’62, Romario nel ’94 e gli argentini Kempes nel ’78 e Diego Armando Maradona nel 1986 e nel 1990. Ma questa è tutta un’altra storia.