Gli applausi di Nizza, il sudore e la voglia: la partita di Mario Balotelli

Calcio
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Nella 'sua' Nizza Super Mario non trova il gol, ma dimostra tanta voglia d'azzurro: l'abbraccio simbolico con i "suoi" tifosi, il cenno d'intesa con il capitano Bonucci e l'impegno su ogni pallone. Per il gol c'è sempre tempo

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“Pelle nera, sangue rosso, Mario qua sei il capitano!”. Era iniziata già nel pomeriggio la partita di Mario Balotelli: la sua Nizza non è rimasta indifferente alle perplessità sollevate in Italia sulla possibilità di vedere Super Mario con la fascia al braccio. Quello striscione, preparato e annunciato sui canali social del tifo organizzato dell’Allianz Riviera, sarebbe stato la risposta alla scritta esposta a San Gallo. Le forze dell’ordine però lo hanno fermato all’ingresso dello stadio e per questo Nizza ha cercato di far sentire a Balotelli tutta la sua vicinanza, nonostante la sua possibile partenza. La città e i tifosi vivono come in simbiosi con Super Mario e non potrebbe essere altrimenti: 33 gol in 51 presenze con la maglia rossonera sono ad esempio un buon motivo. E allora l’accoglienza che riceve al momento di entrare in campo, pur con la maglia dei rivali azzurri, è quella che si riserva solo all’idolo della curva. La sua curva, per l'appunto. Ovazione, cori, tanti tanti applausi. E peccato per quello striscione

Voglia d'azzurro

Dopo l'emozione iniziale la partita comincia e Balo prova a dimostrare che i suoi tifosi hanno ragione: il numero 9 della Nazionale ha voglia e si vede. Il suo desiderio d’azzurro l’aveva già dimostrato nei giorni scorsi, prima condividendo sui social la sua gioia per esser tornato a Coverciano e poi segnando in campo il primo gol della gestione Mancini. E anche contro la Francia, le “balotellate” sembrano far parte di un’altra epoca: il ragazzino capriccioso pare aver lasciato il posto a un giocatore più maturo, caricato di responsabilità dalla volontà del suo c.t. di fargli indossare la fascia da capitano. E lui dimostra di potersela meritare, mettendoci corsa e tanta grinta: un Balotelli così cattivo, forse, non lo si era visto neanche nella sua miglior partita in azzurro, con la doppietta alla Germania nella semifinale dell’Europeo 2012.

"Assist" al capitano

La fascia da capitano, almeno per questa partita, è rimasta sul braccio del titolare, Leonardo Bonucci. E Balo, quasi in segno di rispetto, propizia il gol del milanista procurandosi e calciando quella punizione che il milanista trasforma in rete. Qualche minuto prima gliel'aveva promessa: un gesto d'intesa con il difensore è bastato a far capire al difensore che lui avrebbe tirato forte cercando l'errore di Llloris, e così è stato. Il destro a giro di Balotelli diventa un assist involontario per Bonucci che sfrutta la ribattuta del portiere francese e la butta dentro. Il capitano segna ed esulta, così come tutta la squadra, correndo ad abbracciare il suo vice. Un abbraccio che vale il bentornato in azzuro e, nel post partita, è ancora Bonucci a "coccolare" Balotelli. Il capitano sa che l'attaccante è sulla buona strada e cerca di allegerire la pressione che si è creata negli ultimi giorni su di lui: "Basta parlare sempre di Mario - ha detto Bonucci - è un valore aggiunto, è maturato, ma l’Italia è di tutti, non carichiamolo di troppe responsabilità, gioca bene come tutti e fa errori come tutti".     

Da "esiliato" a capitano

La gara di Balotelli continuerà al servizio della squadra, come fanno i capitani, verrebbe da dire: difende sulle palle inattive della Francia, rincorre gli avversari, si fa vedere dai compagni. Forse a volte, pecca un po’ un d’egoismo, ma fa parte del DNA dei grandi attaccanti. Le sue occasioni comunque le ha avute, nonostante il gol non sia arrivato ci prova un po’ tutti i modi: sia di testa, sia con un paio di conclusioni. Come a voler salutare con un gol quel pubblico che gli ha dato tanto e a cui ha dato tanto. Finisce come forse non lo avevamo mai visto: con la maglia bagnata di sudore e i crampi. A una manciata di minuti dalla fine Mancini gli concede la standing e Balotelli esce stadio di Nizza tra gli applausi, forse per l’ultima volta da quello stadio in cui era entrato da "esiliato" all’ultima spiaggia. Ne esce con la consapevolezza di poter diventare un giocatore fondamentale per la nuova Italia e, perché no, anche il capitano. Ma per ora, va bene così.