Tu chi-Yamal-e se vuoi… citazioni. Le storie degli eredi di numeri cult
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Battisti le chiamava emozioni, nella numerologia calcistica ci sono le citazioni. Di Yamal l'ultima in casa Barcellona, ereditando quasi vent'anni dopo Leo (più o meno nel periodo dell'ormai famoso "bagnetto") il suo numero 19. E poi: la storia della 7 dello United, molto più di un numero, Bellingham come Zidane e…
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- Un passaggio di testimone durato anni? Il collezionista di record (di precocità) che eredita lo stesso numero di maglia da un altro collezionista di record (totali) come Leo. Messi indossò la 19 per tre stagioni a inizio carriera col Barcellona, prima di ereditare la 10 di Ronaldinho; praticamente negli stessi anni del famoso "bagnetto" al bebè Yamal. Ora la indosserà il diciassettenne prodigio.
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- E' vero, quando CR7 si presentava nel 2009 al Real fu costretto ad accontentarsi (per un solo anno) della numero 9, proprio perché la 7 era del leggendario Raul. Poi è Cristiano a ereditarla per scrivere nuove, memorabili, pagine. Ma chi dopo loro due? Mariano Diaz e Eden Hazard. Senza gli stessi risultati. Quindi Vinicius.
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- Perché se è vero che la 7 (Raul e poi Ronaldo) ha fatto storia, la recente presentazione di Mbappé con lo stesso 9 dell'idolo Ronaldo suona come un ulteriore passaggio di consegne.
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- Sarà per il font (molto simile), sarà per il ruolo, sarà per il grande colpo in termini di milioni sul mercato, ma il 5 di Bellingham cita inevitabilmente quello di Zidane. Il 5 della volée pazzesca nella finale di Champions contro il Leverkusen. Nota a margine: ai tempi di Zizou il Real schierava col 7 Raul, col 9 Ronaldo il fenomeno e col 10 Figo. Mica male…
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- Lui per primo: George Best, il quinto Beatles, geniale in campo, un Pallone d'Oro e la prima Coppa Campioni della storia del Manchester United. Poi Eric Cantona (ovviamente col colletto della polo alzato), la cui epopea coincide coi primi trionfi in Premier dell'era Ferguson. Dunque Beckham, simbolo della class of '92 e del treble del 1999. Per finire col primo CR7, stella della terza Champions della storia del club. Perché il 7, da quelle parti, è più di un numero
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- Più che un numero, appunto. Una firma, un'istituzione, una leggenda. Un filo rosso che lega i grandi della storia, attraverso le epoche d'oro dalle parti di Old Trafford. Il 7, da quelle parti, oggi lo indossa Mason Mount.
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- Un altro 7 pesantissimo, quello lasciato libero da Shevchenko che, nell'estate 2006, salutò il Milan per il Chelsea. A raccoglierne l'eredità fu il "povero" Ricardo Oliveira. In gol al debutto assoluto (in 7 minuti), poi protagonista di una stagione da dimenticare. Schiacciato dal peso di quella maglia nonostante le dichiarazioni al suo arrivo: "Rispetto Shevchenko che al Milan ha scritto una grande storia, ma io sono qui per scrivere la mia. Non ho paura di una maglia"
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- Il gol come filosofia e ragione di vita, bomber per eccellenza col numero del bomber per eccellenza. Inzaghi ci segnò 126 volte in 300 partite, un gol ogni 144 minuti. Poi Pato, Matri, Torres, Destro, Luiz Adriano, Lapadula, André Silva, Higuain, Piatek e Mandzukic. Totale: 44 reti. Ma in dieci anni…
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- Il numero che non può mancare. Il numero che, per un anno, è mancato nella Juventus. Dall'addio della leggenda Del Piero fino a Tevez, il fuoriclasse giusto per rilanciarne l'eredità. Dopo di lui: Pogba, Dybala e poi ancora Pogba, prima della squalifica.
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- La 10 di Totti, da quel 28 maggio del 2017, non l'ha più indossata nessuno. La 10 di Maradona sì, visto che fino a inizio anni Duemila è stata usata - tra gli altri - da Zola, Protti, Benny Carbone, Sosa, Bellucci. L'ultimo è stato Mariano Bogliacino. Oggi il numero è ritirato.
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- Vero, non stiamo parlando di un'eredità, ma di una contemporaneità. Per una maglia entrata nel mito. Breve riassunto: nell'estate del 1997 Ronaldo arriva all’Inter e reclama la 9, ma l’orgoglioso cileno non vuole cederla. Un anno dopo R9 si riconcilia col suo numero-brand grazie a una soluzione semplice quanto geniale: un piccolo "+" artigianale sul 18 per far sentire anche Zamorano un vero 9.
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- Lo storico numero del profeta del gol è stato tolto dalla numerazione dell'Ajax nel 2007, in occasione del suo sessantesimo compleanno. Nel mentre non sono mancati i successori: tra i più illustri Litmanen e Bergkamp. Ma l'hanno indossato anche difensori come Vermaelen e Maxwell
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- "Gioca sempre per il nome scritto davanti alla maglia, loro ti ricorderanno per quello che c'è dietro". E per il numero. È una delle citazioni attribuite a Henry, anche lui immortale numero 14: dopo di lui Walcott e Aubameyang. Oggi è di Nketiah.