Vucinic a Casa Sky Sport: "Roma-Sampdoria ferita aperta e quella lite con Perrotta..."

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L'ex attaccante montenegrino ha ripercorso la sua carriera a Casa Sky Sport: "Il derby contro la Lazio vinto grazie alla mia doppietta? A fine partita mi sono ubriacato dalla gioia. La Juventus di Conte era una macchina da guerra, nessuno pensava che avremmo potuto vincere e invece ce l'abbiamo fatta"

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Lecce, Roma e Juventus: tre tappe fondamentali nella carriera di uno dei più grandi protagonisti di oltre 10 anni di Serie A. Mirko Vucinic ha rivissuto questo lungo percorso a Casa Sky Sport, in un cammino fatto di grandi successi e alcune forti delusioni. Tra queste sicuramente i due Scudetti del 2008 e del 2010, contesi fino all'ultima giornata dalla sua Roma all'Inter e in entrambe le occasioni sfuggiti di mano. In particolar modo quello del 2010, che ancora pesa sulla coscienza dell'ex attaccante montenegrino: "E' una ferita aperta che non si rimarginerà mai più, rimarrà per sempre. Quella partita persa contro la Sampdoria ancora non riesco a spiegarmela, probabilmente è stato il destino a volere così". Riguardo a quella famosa gara, Roma-Samp, nella quale la formazione giallorossa perse in casa contro i blucerchiati permettendo all'Inter di Mourinho di effettuare il decisivo sorpasso in classifica, si è spesso parlato di una lite negli spogliatoi tra lo stesso Vucinic e Simone Perrotta. Un episodio che l'ex calciatore della Roma ha spiegato così: "A fine primo tempo non accadde nulla di particolare tra di noi. Lui mi riprese per una palla che non gli passai e io gli risposi. Con il senno di poi avrei forse fatto meglio a stare zitto, ma scendemmo comunque in campo con la stessa voglia di vincere. Sicuramente non è stato quell'episodio a condizionarci".

"Doppietta nel derby? Tornai a casa ubriaco"

Una cavalcata, quella della Roma di Ranieri, passata anche per un derby vinto grazie alla doppietta di Mirko Vucinic. Una partita rimasta famosa per le scelte dell'allenatore romano, che sotto di una rete a zero decise di sostituire a fine primo tempo sia Totti che De Rossi. Una scelta che si rivelò azzeccata, con il montenegrino che ribaltò il risultato nella ripresa: "Ranieri tolse il muro portante della nostra casa e in quel momento abbiamo pensato che potesse crollare tutto. Invece abbiamo vinto e dopo quella vittoria ho festeggiato molto, tornando a casa non esattamente sobrio. La Lazio mi ha sempre portato bene: era bello perchè tutti i miei amici più cari sono laziali e mi hanno sempre detto un sacco di parolacce".

"La Juventus di Conte era una macchina da guerra"

Scudetto che Mirko Vucinic è riuscito poi a conquistare con la maglia della Juventus. Tre titoli consecutivi in bianconero, coincisi con la gestione di Antonio Conte. Un periodo felice che Vucinic ricorda con grande piacere: "Con il mister siamo diventati una macchina da guerra. Nessuno all'inizio della prima stagione pensava che avremmo potuto vincere e invece, mattone dopo mattone, abbiamo costruito una casa bellissima. Il momento più importante di quel campionato 2011-2012 è stato la vittoria in casa contro il Milan. I rossoneri sulla carta erano molto superiori a noi, ma quel successo ci ha fatto capire che ce l'avremmo potuta fare".

"Racconterò ai miei figli di aver giocato con Totti e Del Piero"

Una carriera, quella di Mirko Vucinic, che gli ha permesso di condividere lo spogliatoio con due tra i più grandi capitani della storia del calcio italiano: Francesco Totti e Alessandro Del Piero. Due calciatori decisamente particolari, che il montenegrino ricorda così: "Loro sono poesia. Quando toccano la palla si sente un rumore diverso. Sono fenomeni e un giorno potrò raccontare ai miei figli di aver giocato insieme a loro. Leader nello spogliatoio? Sono dei numeri uno in campo e fuori, non si può essere capitani della propria squadra per così tanto tempo se non si hanno queste doti".

"Non so ancora perché il Lecce mi abbia acquistato..."

L'avventura di Mirko Vucinic, però non parte nè da Roma nè da Torino, bensì da Lecce. 6 stagioni giocate in Salento tra il 2000 e il 2006. Un periodo felice che gli ha permesso di affermarsi nel calcio italiano, nonostante un provino non certo positivo: "Ancora oggi non capisco perchè il Lecce mi ha acquistato. Quando sono venuti a vedermi in Montenegro, ho giocato una partita pessima. So solo che il direttore sportivo Corvino mi voleva a tutti i costi e decise di comprarmi. Zeman? Dal lunedì al sabato ti fa arrabbiare per quanto ti fa allenare, però alla domenica noi attaccanti siamo sempre stati contenti. Con tutti quei gol...".

"Voglio prendere il patentino da allenatore"

Dopo un lungo sguardo al proprio passato, Mirko Vucinic guarda con interesse al presente e soprattutto al futuro. Tra un parere sui giocatori attuali e l'intenzione di diventare un giorno un grande allenatore: "Non voglio sembrare presuntuoso, ma sinceramente non mi rivedo in nessuno dei calciatori di oggi. Avevo caratteristiche un po' particolari e svolgevo praticamente tutti i ruoli dell'attacco, non vedo qualcuno simile a me. Per il futuro sto cercando di prendere il patentino da allenatore. Sicuramente non farò allenamenti duri come quelli di Zeman, non so oggi quanti calciatori riuscirebbero a sopportarli (ride ndr). Quale squadra vorrei allenare? Sono molto legato a tutti club nei quali ho giocato, anche se Lecce ha sempre un posto particolare nel mio cuore".