Superlega, Pierfilippo Capello a Sky: "Non vedo club esclusi dalle coppe in corso"

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L'avvocato Pierfilippo Capello, esperto in diritto dello sport, a Sky Sport: "Se si può contrastare la Superlega? È complicato. Bisogna capire quali strumenti hanno a disposizione Fifa e Uefa. Giocatori non convocati in Nazionale? Potrebbero scegliere se seguire o meno i propri club. Difficile che le squadre della Superlega possano essere estromesse dalle competizioni in corso. Se sono andati avanti è perché si sentono forti"

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"Quello che sta succedendo non è novità assoluta. L'Eurolega di basket è esattamente questo: una società creata diversi anni fa dalle principali squadre che giocano la loro coppa in autonomia". A rispondere alle tante domande e ai tanti dubbi relativi alla nascita della nuova Superlega è l'avvocato Pierfilippo Capello, esperto in diritto dello sport a livello nazionale e internazionale, intervenuto a Sky Sport 24. "Se si può contrastare in qualche modo? È complicato. Bisogna capire quali strumenti hanno a disposizione Fifa e Uefa. A livello di federazioni nazionali e di Lega il rapporto è più diretto: c'è da capire se questo comportamento può essere considerato, non tanto la violazione di una norma specifica, ma violazione dei principi che sono alla base dei rapporti stessi. A livello di governi la posizione è invece più che altro politica, non vedo possibilità di intervento degli organi esecutivi".

Giocatori esclusi dalle nazionali?

Un altro interrogativo riguarda le possibili sanzioni contenute nel comunicato Uefa, dove viene evidenziato come i club della Superlega rischino l'esclusione dai rispettivi campionati nazionali e i calciatori coinvolti potrebbero non essere più convocati in Nazionale. Proprio di quest'ultimo punto ne ha parlato Pierfilippo Capello: "Nel momento in cui la federazione ritiene illecito il comportamento di un club, il giocatore potrebbe rifiutarsi di prenderne parte - ha risposto -. Facciamo un esempio: se una società chiedesse a un calciatore di utilizzare sostanze dopanti, il calciatore stesso potrebbe rifiutarsi. Allo stesso modo, se le federazioni riuscissero a dimostrare che questa Superlega è illecita dal punto di vista sportivo, allora il giocatore si troverebbe nella situazione si scegliere: seguire il proprio datore di lavoro o meno". Poi aggiunge: "Già in queste ore, molti procuratori stanno chiedendo ai loro avvocati di iniziare a ragionare su quali clausole inserire nei contratti che verranno conclusi coi club"

12 club estromessi dalle competizioni attuali?

E sull'altro aspetto, quello legato alle esclusioni dalle coppe in corso: "Non vedo in questo momento una ragione per farlo, come ad esempio escludere il Real dalla Champions attuale. Il comportamento potrebbe sì portare a delle sanzioni, ma non inciderebbe sul diritto a partecipare a questa competizione (la Champions in corso, ndr), che sta svolgendo e a cui si è qualificata in maniera legittima. A meno che l'Uefa non trovi una leva giuridica per escludere queste squadre da qualsiasi competizione, ma dovrebbe essere una decisione retroattiva o quantomeno immediata. Lo vedo complicato".

Due squadre per due competizioni?

I dubbi sono tanti, le ipotesi anche. In caso di calendario così fitto (la Superlega aumenterebbe notevolmente il numero delle partite rispetto alla Champions attuale) due squadre diverse per due competizioni potrebbe essere una possibilità: "In pallanuoto c'è l'esempio della Pro Recco - ha detto Pierfilippo Capello -, che fino a pochi anni fa aveva due squadre, una per la Champions League e una per il campionato italiano, sostanzialmente differenti". E sull'andare avanti da parte dei club fondatori nonostante le forti prese di posizioni di Uefa e Fifa: "Normalmente quando si prendono queste decisioni strategiche si fa il lavoro del cosiddetto 'what if'. Cioè ci si mette dalla parte opposta e ci si domanda cosa farebbero Uefa e Fifa come reazione. Sicuramente questi club hanno considerato tutte le ipotesi, come le possibili esclusioni. Se sono andati avanti è perché si sentono forti".