L'appello di Shevchenko a Sky Sport: "Russi, parlate a voce alta e fermate la guerra"

A SKY SPORT

L'ex bomber del Milan in collegamento da Londra con Sky Sport 24 presenta la sua raccolta fondi 'Play Your Part for Ukraine'. Ringrazia il popolo italiano e dice: "Russi, parlate a voce alta e fermate la guerra". Poi aggiunge: "La gente in Ucraina ha bisogno di non sentirsi abbandonata. Io ho scelto il mio modo per aiutare il mio Paese e il mondo dello sport ha reagito bene. Chelsea? La storia non verrà cancellata"

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La raccolta fondi, Play Your Part, Il progetto per accogliere 150 bambini ucraini a Londra, far sentire la propria vicinanza al suo popolo, parlarne "ad alta voce". Sheva inizia così il suo intervento a Sky Sport 24: "Grazie all'Italia e grazie per avermi invitato a parlare". Gli occhi lucidi, l'immancabile pioggia di Londra che batte alle sue spalle, la voce sempre un po' rotta dal magone. Si parte dagli affetti più cari, la famiglia ancora in Ucraina: "Sì, sono ancora lì - dice Sheva -, le condizioni di salute di mia mamma ultimamente non sono delle migliori, sto pensando di portarla via da Kiev". Lì altre esplosioni nella notte, come riferito dalla CNN, Andriy continua a lavorare per il suo popolo e presenta la sua iniziativa Play Your Part for Ukraine. Che ha due obiettivi: "Il primo è cercare di raccogliere fondi. Aiutare i bambini, le donne e gli anziani che fuggono dalla guerra, così come aiutare chi invece è rimasto là. La situazione è drammatica in tante città - prosegue Sheva -. Manca cibo, manca l'acqua. Sono in contatto con gli ospedali pediatrici e la situazione è difficile". L'altro obiettivo è uno dei tasti su cui Shevchenko spinge particolarmente: parlarne. Ad alta voce: "La gente in Ucraina ha bisogno di non sentirsi abbandonata. Di sapere che il mondo è vicino a loro. Il mio popolo sta difendendo i propri diritti, la scelta di essere liberi, di difendere la patria, di difendere la propria casa. Questa è la giusta causa".

"Progetto per accogliere 150 bambini ucraini a Londra"

Non solo Play Your Part. Sheva ha scelto il suo campo di battaglia e continua con il proprio sostegno: "Uno dei miei amici in Inghilterra ha dato disponibilità di accogliere 150 bambini e mamme, si chiama Student accommodation". E poi la propria casa, aperta: "Sono disposto ad ospitare qualche famiglia a casa mia. In più stiamo raccogliendo soldi per mandare medicine in Ucraina. Tanti giocatori ucraini stanno facendo molto".

"Ho scelto il mio modo di aiutare l'Ucraina"

Ad esempio Yarmolenko (West Ham), Zinchenko (Man City), Mykolenko (Everton) e non solo. Sheva cita alcuni degli ucraini della Premier. E non dimentica Malinovskyi: "Lui sta portando avanti tante iniziative. Tutti noi dobbiamo cercare di aiutare a parlarne il più possibile". Mentre altri sportivi, o ex sportivi, sono andati a combattere sul campo di battaglia: "Sono scelte personali - le parole dell'ex bomber del Milan -. Alcuni li conosco, sono entranti nell'esercito e stanno combattendo. Ognuno di noi deve trovare il proprio campo più gusto, io ho scelto questa strada per aiutare il mio Paese, e darò il cento per cento".

"Russi, parlate a voce alta e fermate la guerra"

Da Dzyuba (capitano della nazionale che ha rifiutato la convocazione russa: "Ho parenti in Ucraina") alla Azarenka (ex numero 1 Wta in lacrime a Indian Wells, prima di sparire dai social), il mondo dello sport ha reagito, e bene, dice Sheva: "È stato mandato un messaggio chiaro: facciamo di tutto per fermare questa guerra. E ho un messaggio anche per il popolo russo: chiunque sia contro la guerra deve opporsi, parlare ad alta voce. Fermarla, cercare la pace. Ci sono persone e bambini che stanno morendo senza un senso".

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"La storia del Chelsea non può essere cancellata"

Infine il capitolo Chelsea, lui che è ex blues. Abramovich e il congelamento dei beni che rende quasi impossibili le trasferte. È la guerra che sconvolge tutto: "Per i tifosi è un momento difficile ma la storia del club non sarà cancellata. Ho un appello anche per loro: giocate le partite, play your part, anche per l'Ucraina. Facciamo di tutto per fermare la guerra". E poi l'ultimo ringraziamento, la voce sempre un po' rotta dal magone e l'occhio lucido: "Volevo ringraziare il popolo italiano per quello che sta facendo per il mio Paese. Grazie di cuore".

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