L'ex portiere dell'Inter non ha trattenuto l'emozione dopo il video messaggio del suo preparatore ai tempi del club nerazzurro: "Mi ha insegnato cosa volesse dire essere un portiere in Italia, devo molto a lui di tutto quello che ho conquistato"
Un messaggio, quello di un vecchio amico che non vede da tanti anni e Julio Cesar si commuove. L'ex portiere brasiliano, ospite di Casa Sky Sport, non ha potuto trattenere le lacrime dopo aver ricevuto il saluto di Giulio Nuciari, preparatore dei portieri dell'Inter durante la gestione Mancini e oggi sempre al fianco dell'attuale commissario tecnico in Nazionale. Una persona fondamentale per la crescita di Julio Cesar, come lui stesso è riuscito a raccontare nonostante la voce rotta dall'emozione: "E' stato davvero importante, ha creduto subito in me da quando sono arrivato all'Inter. L'ho sempre ascoltato molto e negli anni in cui abbiamo lavorato insieme mi ha fatto capire cosa volesse dire essere un portiere in Italia. Mi emoziono perchè tanto di quello che ho conquistato lo devo a lui".
"Messi e Totti, la parata più importante e il gol subito più bello"
Sette stagioni, dal 2005 al 2012, a difendere i pali dell'Inter e nelle quali Julio Cesar si è imposto come uno dei portieri più forti della sua generazione. Tantissime le parate decisive nel corso degli anni, ma una, ricorda il portiere brasiliano, le batte tutte: "Quella più importante è sicuramente su Messi nella semifinale di Champions del 2010. Ogni volta che torno in Italia, i tifosi me la ricordano sempre. Quella parata assume ancora più valore perchè è stata fatta sul giocatore più forte di tutti. Io il migliore al mondo in quel periodo? E' difficile da stabilire, ognuno ha le sue caratteristiche. Quello che posso dire è che qualche volta mi è capitato di scendere in campo così convinto da essere sicuro di non prendere gol". Una carriera straordinaria con la maglia nerazzurra che però non era partita esattamente con il piede giusto. Dopo pochi mesi dal suo arrivo all'Inter, infatti, subì un gol a San Siro destinato a entrare nella storia del calcio: "Il cucchiaio di Totti nell'ottobre 2005 è stata la rete più bella che ho mai subito. Non me l'aspettavo proprio e da quella volta in poi, contro la Roma sono rimasto sempre ben fermo sulla linea di porta".
"Mourinho e Mancini, leadership e tattica"
12 i trofei conquistati dal portiere brasiliano nelle sette stagioni all'Inter, 11 dei quali sotto la guida di Roberto Mancini e Josè Mourinho. Due allenatori che Julio Cesar ricorda con particolare affetto: "La specialità dell'allenatore portoghese era quella di far credere a ognuno di noi di essere il migliore al mondo. Ci sentivamo come se nessuno potesse batterci e alla fine di ogni riunione tecnica avevamo una voglia incredibile di scendere in campo. Mourinho era un leader nel quale avevamo tanta fiducia. Di Mancini ricordo molto bene il grande lavoro tattico, soprattutto nella fase difensiva. Per me era tutto nuovo e con lui ho capito quanto fosse importante l'impostazione tattica di una squadra. A fine allenamento mi fermavo sempre un po' di più e lui si sfidava con Mihajlovic su rigori e punizioni".
"Sarei rimasto all'Inter fino a fine carriera"
L'addio con l'Inter dopo anni di trionfi si è consumato nell'estate del 2012, con il passaggio del portiere allora 33enne al Queen's Park Rangers. Una cessione non dipesa dalla volontà di Julio Cesar: "Fosse stato per me, sarei rimasto all'Inter fino a fine carriera. Sono successe alcune cose che non ho capito, ma ho sempre avuto grandissimo rispetto per la società per tutto quello che mi ha dato e ho accettato la decisione. Oggi ho un grande rapporto con tutti i dirigenti nerazzurri, dal presidente Zhang al vice presidente Zanetti".
"Handanovic è uno dei 5 migliori portieri al mondo"
Da grande ex di quel ruolo così particolare, Julio Cesar ha analizzato alcuni dei portieri di oggi, incoronando l'attuale numero uno nerazzurro: "Mi piacciono molto i miei connazionali Ederson e Allison, ma anche Oblak e Keylor Navas. Quest'ultimo viene spesso sottovalutato ma è un gran portiere. Buffon adesso gioca poco, ma per noi che abbiamo cominciato a giocare in porta rimane sempre un punto di riferimento. Non posso dimenticarmi di Handanovic, anche se non ha giocato spesso in Champions League lo considero uno dei 5 migliori portieri al mondo".